
La pellicola è ispirata all'omonimo bestseller di Paolo Giordano,( vincitore del Premio Strega e Campiello Opera ) , il quale pur avendo esplicitamente dichiarato ai giornalisti che nel guardare il film si sentiva uno spettatore come tanti dato il suo distaccamento da buon scrittore dal romanzo, ha comunque partecipato attivamente come curatore della sceneggiatura affianco al regista Saverio Costanzo.
Il film narra della storia drammatica di due giovani, Alice (Alba Rohrwacher ) e Mattia (Luca Marinelli) che in seguito a traumi infantili molto forti si trovano a combattere contro se stessi. Infatti Alice in seguito ad una caduta dagli sci all'età di 6 anni rimane zoppa permanentemente e diventa anoressica, mentre Mattia viene traumatizzato dalla morte della sorellina gemella che lo porta ad una sorta di autolesionismo, spinto dai sensi di colpa per averla abbandonata . Ciò che allo stesso tempo separa e ricongiunge questi due ragazzi in una morsa di dolore/amore è l'inadeguatezza alla vita stessa provocata dalle struggenti vicende vissute e soprattutto diventano un esempio chiave di come il corpo si trasformi constantemente al passo delle nostre gioie o dei nostri dolori. Ed è proprio il dolore che Saverio Costanzo ha cercato di rendere nella maniera più immaginaria e meno realistica possibile : a suo dire, il romanzo trasmetteva un dolore irrapresentabile tanto da spingerlo ad usare una variante horror che smorzava i toni pesanti del film sia dal punto di vista cinematografico sia dal punto di vista musicale utilizzando come pezzo iniziale un brano composto dai Goblin (che hanno contribuito in passato alla colonna sonora del noto film di Dario Argento "Profondo Rosso"), per non parlare poi dei lunghi flashback in contrasto con la linearità cronologica del romanzo.
Molto importante è stato anche l'impegno degli attori per immedesimarsi bene nella parte, sia nell'animo che nel corpo : mentre Luca Marinelli è dovuto ingrassare, Alba Rohrwacher è dovuta dimagrire parecchio per sembrare anoressica,anche se a Venezia si è presentata raggiante e in forma sul tappeto rosso. Dalle dichiarazioni possiamo dedurre che dietro questa pellicola vi è stato senz'altro un lavoro non solo pratico, ma un lavoro psicologico e stilistico atto a rendere il film 'digeribile' senza farlo diventare una comune storia drammatica . Infatti Saverio Costanzo conclude così : "Come regista la cosa che più mi ha interessato è lavorare sui corpi dei due protagonisti: questa non è la storia di Alice e Mattia, ma dei loro corpi, del loro stravolgimento nel corso di vent'anni. La mia insomma è una piccola epica dei corpi: cosa molto politica del nostro presente, e che mi sembra attraversi molti film di questa Mostra".
Orignal From: Anteprima - La Solitudine dei Numeri Primi
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