
Vista la recente rinascita di Serial per mezzo del bifidus acti-regularis pubblicatio dei suoi articoli quotidiano (i quali felicemente mi stanno disintossicando da altri siti ricettacoli purulenti di BM, fanboy, venduto o semplicemente molto sensibili all'ananas) non posso che impegnarmi pure io sulla mia naturale regolarità investendo un angolo di tempo fisso alla realizzazione dei progetti del nostro sito.
Ergo, continuamo col nostro esclusivo corso di sceneggiatura, concludendo (finalmente) il discorso sulla premessa drammaturgica.
Avete avuto molto tempo per poter elaborare una bozza delle fondamenta della vostra storia, con tanto di crash test a collaudare la sua solidità. Avete trovato il conflitto centrale, il centro gravitazionale dal quale ruoterà a diverse distanze ogni sfida all'interno della vostra sceneggiatura? Allora è il momento di
(1.) creare una catena causa-effetto.
Se volete strutturare una buona storia dovete creare un'unica catena di causa ed effetto, dove A --> B, B --> C, ecc., via dicendo fino a Z. Badate bene che la sceneggiatura rischia di collassare non solo in assenza di questa catena, ma pure nel caso in cui ce ne siano troppe!
Ma come? Mica hai scritto "un'unica catena"? Sì, ma nel caso di storie ad eroe multiplo è necessario creare una catena causa-effetto per ciascuno e tutte dovranno confluire a creare un'unica linea narrativa (come ne
I racconti di Canterbury l'espediente mostra il microcosmo di una società inglese).
Trovare un'unica catena vuol dire riuscire a trasformare una storia in qualche cosa di organico, e non la semplice unione meccanica di pezzi. Ricordate quando vi dissi questo concetto poetico quanto apparentemente inutile ai fini della pratica? Ecco, facciamo un esempio, servendoci proprio della catena causa-effetto per far capire questo concetto di "organico".
Premessa: Un uomo si innamora; lui ed il fratello si contendono il controllo di un'industria familiare.
Notate: le catene causa-effetto qui sono due, ben separate da un fottuto ";". Avete un grande vantaggio, però: il problema si trova in una singola stringa di testo, nella premessa, e trovarvi una soluzione è estremamente più semplice rispetto a chi ha davanti un'intera sceneggiatura; infatti, un solo cambiamento renderebbe quella premessa "organica"!
Premessa: Grazie all'amore di una donna, un uomo riesce a strappare a suo fratello il controllo di un'industria familiare.
Ora non vi sembra che sia molto meglio? Un'unica catena di causa-effetto! Molto più chiaro! Ma quale è la chiave per riuscire a determinare tale catena?
Il trucco sta nell'
individuare l'azione principale del vostro eroe. Il protagonista può compire tantissime azione, ma ce ne sarà sempre una più importante che le unifica in sè tutte quante; e ad essa corrisponde la catena causa-effetto.
Esempi su alcune premesse di storie già prese in esame.
- Il padrino - Il figlio minore di una famiglia mafiosa si vendica di coloro che hanno sparato a suo padre e diventa il nuovo "capofamiglia".
L'azione principale (ovvero quella che contiene tutte quelle che Michael compirà nel corso della storia) è la vendetta.
- Guerre stellari - Una principessa è in pericolo ed un giovane si serve delle proprie abilità di guerriero per salvarla e sconfiggere le forse del male dell'impero galattico.
Beh, tutta la storia verte sulle abilità di Luke e l'uso che fa della Forza che gli conferisce tali abilità, nel bene o nel male.
Se pensiamo a come strutturati alcuni videogiochi riusciamo a vedere bene le catene causa-effetto scaturite dall'azione principale. Prendiamo in esame Red Dead Redemption:
- Un ex bandito è costretto a mandare in gattabuia i suoi vecchi compagni di brigata per potere rivedere sani e salvi moglie e figlio (e ricominciare onestamente la sua vita da zero).
L'azione principale sul quale ruota tutto ciò che il buon Johnny sarà disposto a fare per amore è catturare i suoi vecchi compagni di scorribande illegali... Benissimo! La Rockstar costruisce intorno ad essa una lunghissima catena di causa-effetto attaverso la quale Marston deve farsi un credito di favori imbarazzanti, i quali nulla hanno a che vedere col suo obiettivo finale; certo, ci permettono di fare esperienza del far west, ma personalmente le ho trovate delle parentesi eterne ed estremamente pallose... Sarà che a me, il far west, non ha proprio mai attirato. Sarà che questa costruzione appare un po' troppo "meccanica". Dopo aver pulito stalle dallo sterco, fatto un po' di gavetta e aver barattato la dipartita eterna di qualche individuo scomodo ad un PNG in cambio di qualche trucco indispensabile, ecco che finalmente possiamo reclamare il nostro maxi favore e catturare quel figa di criminale!
Personalmente preferisco le catene di causa-effetto di giochi come Mass Effect, le quali, se pensate, sono costruite in modo profondamente diverso. Shepard ha un nemico da abbattere (Saren) esattamente come Marston, ma ogni azione che fa all'interno del gioco è l'indagine (violenta o diplomatica) atta a scoprire i motivi del suo tradimento e le sue intenzioni; ogni conflitto della trama principale non esula affatto dall'obiettivo finale, e anche quando affiancato dal "favore" che va fatto al PNG è sempre un mutuo scambio di aiuti in cui ognuno ha il proprio vantaggio prendendo -come si suol dire- due piccioni con una fava. In questa maniera la storia cresce in maniera "organica", fino ad intricarsi e dare una mole di informazioni tali da completare un puzzle complesso che prende sempre più forma, fino a scoprire dietro a Saren nemici ancora più temibili o intrecci con varie razze e storie molto più complicate.
2. Determinare l'arco di trasformazione del protagonista Questo elemento è il più importante derivato della premessa drammaturgica secondo al principio progettuale. Non importa se il personaggio cambierà il meglio od in peggio; è qui che un pubblico trae il massimo godimento da una storia!
Ogni volta che il personaggio accumula EXP ha un cambiamento conseguente in un LVL UP. Solo che in una storia la cosa avviene in maniera differente rispetto ad un GdR, perchè non si tratta propriamente di combattere ma anche semplicemente di avere conflitti narrativi interiori. Se A è il suo livello di base, si può rappresentare il tutto con la seguente equazione:
D(A) x A = C(B)
D(A) rappresenta la debolezza D (psicologica e morale) a livello base A -A che rappresenta pure gli sforzi messi in atto per compiere l'azione. C è il cambiamento positivo o negativo che ne viene scaturito, portiando il LVL base ad un UP o DOWN di B.
La logica narrativa di base segue sempe questo schema. Ricordate? Penso, dunque agisco! Due gambe su cui la storia cammina, azio e apprendimento. In che modo gli sforzi compiù dal protagonista (rappresentati da A) lo portano da D a C, con un LVL UP\DOWN di B? Capite che A è il fulcro della storia! Se mettiamo sotto pressione un personaggio con determinati punti deboli ne tempriamo il carattere e produrremo in lui un cambiamento. Mi raccomando: l'azione principale deve essere quella che più di tutte le altre deve mettere il personaggio di fronte alle proprie debolezze, spingendolo a cambiare! Tante storie ci presentano il personaggio principale con delle debolezze che non riesce in alcun modo a superare, ma messo di fronte ad un'esperienza forte e delle motivazioni per lui valide (come l'amore o l'amicizia) egli le supera proprio nel finale, proprio col nemico che più rappresenta quella paura, vincendo in questo modo l'ultmo conflitto in maniera appropriata ed emozionante. Tale espediente è vistoso in molti film di animazione, dove la morale è essenzialmente "abbi fiducia in te stesso", "credi nei buoni valori dell'amicizia", ecc..
Comunque, questa è la struttura base di ogni storia: una debolezza, un'esperienza forte che spinge al cambiamento ed al superamento di tale debolezza fino ad un nuovo equilibrio. Come avviene a livello narrativo, ciò è anche la norma base del processo di crescita di un individuo, ergo, essendo pure così complessa ed ardua da definire, lo scrittore deve essere in grado di rappresentarla o di giustificare la sua scelta nel caso in cui il cambiamento non si compia.
Ma da dove partire? Dal punto precedente, ossia dall'individuazione dell'azione principale. Se pensate a considerare tutto ciò che si contrappone ad essa otterrete le debolezze che costruiranno parte dell'identità iniziale del vostro eroe, definendo il punto d'arrivo della sua maturazione -che è il cambiamento finale.
Schematizzando, ecco cosa dovete fare:
- Scrivere la vostra premessa drammaturgica (che andrà poi modificata in conformità al cambiamento del personaggio).
- Determinare l'azione principale del protagonista lungo la storia.
- Individuare gli aspetti contrapposti ad A (azione principale) sia rispetto a D che a C (rispettivamente debolezze psicologiche e morali dell'eroe e cambiamento finale)
Stilate una lista di possibili debolezze e possibili cambiamenti per il protagonista in contrapposizione all'azione principale.
Ricordate: alla stessa azione, infatti, può corrispondere un numero indefinito di debolezze.
Ad esempio, se l'azione principale del vostro protagonista è "innamorasi di una ragazza", le debolezze che ne potrebbero derivare potrebbero essere diverse...
Potrebbe essere il cassico timidone incapace a relazionarsi con l'altro sesso, impedito nel dichiarare e nel dimostrare quel che prova con parole e gesti al soggetto del suo interesse. Oppure un playboy bastardo disilluso sull'amore con una pessima reputazione tra le varie donne che ha tradito. E qui, pure i cambiamenti possono essere molteplici!
Chi dice che il timidone deve per forza conquistare la ragazza? Potrebbe pure fallire nell'impresa ma imparare a stare a proprio agio col genere femminile senza divinizzare esponenzialmente le virtù delle successive ragazze di cui si infatuerà -essendo con loro più brillante e naturale; così come potrebbe arrivare ad odiarle fortissimamente, fino ad punto di rottura mentale in cui inizia a postare su youtube dei video alla Giuseppe Simone Style! Stessa cosa per il playboy: che abbia successo o meno, i cambiamenti potrebbero essere molti -dal diventare ancora più cinico e bastardo fino al comprendere il senso della parola "amore" e cambiare completamente la sua vita.
Come ultimo esempio, prendiamo in esame Il padrino:
Premessa -Il figlio minore di una famiglia mafiosa si vendica di coloro che hanno sparato a suo padre e diventa il nuovo padrino.
Debolezze iniziale -Michael è indifferente, timoroso, non è integrato nella sua famiglia.
Azione principale -Si vendica.
Cambiamento finale -Diventa un capofamiglia tirannico ed autoritario.
Se Michael fosse stato da subito un tipo vendicativo, che cambiamento avrebbe portato l'azione principale? Non ci sarebbe stato alcun arco di trasformazione! Al contrario, è un tipo indifferente, timoroso... e vedere come un'esperienza shockante e forte lo porti a fare cose che andavano al di là della sua indole è appassionante (e rimane comunque plausibile).
La tecnica sopra citata ha però il difetto di mostrarvi solo alcuni degli archi di trasformazione possibili; questo perchè si sta lavorando sulla premessa drammaturgica, e tutto è ancora provvisorio! A questa ragione dovete essere di mente flessibile e pronti fin d'ora a sapere che c'è la possibilità di rielaborare radicalmente tali trasfromazioni durante i processo di stesura. Ma lo vedremo meglio a corso avanzato!
Stasera o domani segue la parte 2!
Orignal From:
Anatomia di una sceneggiatura - La premessa dramaturgica 4 (parte 1)
Continua...