
Bentornati a scuola, Players! Questo è il primo di una serie di articoli sperimentali totalmente dedicata a voi! Cosa significa questo? Che per una volta non si tratta di uno dei miei scritti demenziali, ma di roba simil-seria che ha come fine quello di arricchire la vostra
cultura personale. E l'esperimento sta proprio qui -nel vedere quanti di voi siano allergici all'orribile parola scritta poco prima in corsivo... Sento già gli starnuti! Ma c'è una ragione se ho voluto comunque tentare: quello di fornirvi i mezzi per poter valutare e godere più profondamente dell'elemento più intimamente artistico di un VG. Potrebbe pure esservi utile qual'ora vogliate recensire l'aspetto "trama" di un gioco!
All'inizio non volevo fare questa serie di articoli -sia per non apparire il maestrino di turno su un argomento che sembra poter toccare i gusti personali di alcuni di voi, sia perchè pensavo che a ben pochi sarebbe interessato- ma ho recentemente cambiato idea per creare qualche cosa di parallelo al corso di manga della nostra Khay88 (più altre ragioni personali). Comprenderete meglio alla fine del presente scritto. Buona lettura!
Prima di iniziare, è importante capire una cosa: una buona scenggiatura è la conseguenza di una buona tecnica, indipendentemente dal mezzo scelto e dal suo genere. Questo significa che è possibile valutarne oggettivamente la sua qualità. Attenzione, però: ciò non vuol dire che una storia mediocre non vi possa piacere, nè ci autorizza a criticare o dar contro ai gusti altrui; dico solo che -ad esempio- se FF XIII vi sia piaciuto è un conto (ed è lecito), mentre affermare che sua la trama sia bella, ricca di caratterizzazione e piena di colpi di scena è pura ignoranza (specie se si denigrano molti detrattori dicendo che
loro sono stati annebbiati nel giudizio a causa del nome del brand -come se un titolo diverso rendesse di qualità una fetecchia)! Certo, pensare che una sceneggiatura si crea mediante delle tecniche e che si può oggettivamente dire s è bella o brutta è una cosa che stona e suona antipatica... ma vi chiedo comunque di accettare questo primo punto perchè questa cosa verrà chiarita più avanti.
Fatto questo, mi contraddico (apparentemente) subito: per quanto la struttura di una buona storia sia questione di tecnica, essa non deve risultare come un processo meccanico scandito da processi precisi e temporizzati, quanto -invece- essere percepita come un tutt'uno organico, come un corpo vivente che cresce fino a giungere al suo apice, o climax. Chiarisco ancora con un esempio: pensate ad un grande pianista (tipo superfrez); in esso la tecnica è così ben radicata che sembra non faccia sforzi... quel che viene percepito da chi ascolta è solo il piacere prodotto dalle sue vibrazioni, le emozioni, avvertire il proprio spirito che si espande, si amalgama alla musica, si lascia traspotare e gode, si contorce in orgasmi. Noi cogliamo le sfumature della sua interpretazione al punto che se sentissimo un altro artista di pari bravura sullo stesso pezzo proveremmo emozioni diverse, al punto di stabilire una preferenza tra i due. Eppure vi posso assicurare che, se il pianista avesse suonato perfettamente, ma in modo sterile ed inespessivo, ve ne sareste accorti subito... e constatando comunque la sua bravura, avreste capito che c'è una bella differenza tra il suonare ed il premere solo i tasti di un pianoforte!
Tutto chiaro?
Bene, perchè ora vi farò una rivelazione shock: ogni sceneggiatore è intimamente un Nerd! Nel senso che si tratta inevitabilmente di un giocatore. Infatti, egli mescola bene due aspetti in una sceneggiatura: uno emotivo (riuscendo a creare un legame empatico col suo pubblico mediante giochi verbali) ed uno intellettivo (ponendo enigmi su certe situazioni e personaggi, rivelando alcune informazioni e tenendone nascoste delle altra). La gente ama questi due aspetti, ed entrabi sono sempre presenti in una buona storia (anche se in dosi molto diverse, a partire dal melodramma sentimentale fino al più cervellotico dei polizieschi). Se pensate alle storie che vi son piaciute di più, che avete reputato più incalzanti, coinvolgenti, interessanti, scoprirete che contenevano sicuramente i due elementi sopracitati.
Analizziamoli un tantino più a fondo.
Aspetto emotivo: Lo sceneggiatore pone personaggi ed azioni, e racconta ciò che è accaduto presentando eventi compiuti. Ma non si limita a raccontare, ricordare, inventare dei fatti; li seleziona, li collega e costruisce una serie di momenti di grandi intensità, dotati di una carica emotiva tale da creare quel legame empatico che fornisce l'illusione di vivere quell'esperienza in prima persona. In altre parole, regola il ritmo, riducendo la vita alla sue essenza e veicolandola di una freschezza ed una originalità tale che chi l'ascolta finisce per sentirli parte di sè.
Aspetto intellettivo: È importante che il pubblico mantenga vivo l'interesse verso la storia. Per questa ragione deve continuamente farsi delle domande a cui desidera avere risposta, perchè quando questo accade la narrazione si interrompe. A motivo di ciò, lo sceneggiatore pone degli enigmi al suo pubblico, solitamente rivelando alcune informazioni sul conto di un personaggio e tenedone nascoste altre; in questo modo la gente si chiederà chi sia quel personaggio, cosa stia facendo e perchè lo sta facendo... Si tratta semplicemente di catturare la loro attenzione e far macinare la loro fantasia, obbligandoli a spremere la propria materia grigia come io tento di fare con voi in ogni mio pallosissimo articolo.
Ora parliamo della storia in sè. Cosa è -essenzialmente- una storia? La si può definire come una forma di comunicazione che esprime il codice drammaturgico. Il codice drammaturgico è la descrizione in forma d'arte del percorso evolutivo di un individuo, il processo sottostante ad ogni narrazione -e ciò che ne verrà tratto alla fine dal pubblico.
Cosa significa, in parole moooolto più povere? Che il mondo narrativo risponde ad una regola:
Voglio, dunque Sono! Non interessa a nessuno un personaggio piatto, amorfo, che si fa seghe mentali su come risolvere i suoi problemi ed alla fine non combina nulla proseguendo la sua routine! La gente desidera vedere l'evoluzione di questi personaggi, il loro cambiamento (in meglio od in peggio), alimentati da un desiderio, un obiettivo. Quando un personaggio ha l'esigenza di appagare questo desiderio, ecco che la narrazione si muove su due gambe: azione e apprendimento. Agisco per raggiungere il mio scopo (anche in maniera impacciata) e guadagno punti EXP che mi permetteranno di capire che ci sono strade migliori. Dopodichè, grazie al LVL UP ed allesperienza fatta, agisco ancora. Agendo, apprendo. Apprendendo, agisco. E via così.
Ogni storia segue questio schema, indipendentemente che prediliga l'azione (come narrazioni mitologiche o sue versioni moderne) o l'apprendimento (come i drammi a prospettiva multipla).
Il personaggio troverà naturalmente degli ostacoli durante il suo cammino, e sarà costretto a combattere per superarlo (altrimenti, si interrompe la narrazione); ed è subito dopo lo scontro che avviene qualche cosa di interessante... una molla scatta in lui e produce un cambiamento! E questo è il fine ultimo del codice drammaturgico: rappresentare tale cambiamento o, eventualmente, spiegare per quale motivo non si è prodotto. È il punto focale, l'istante in cui il personaggio si libererà o meno dalle abitudini, dalle debolezze, dai fantasmi del passato... Quello che volete!
Esempio: pensate a One Piece! Tutta la storia è messa in moto dal desiderio di Rufy di diventare il Re dei Pirati. Per raggiungere tale scopo deve andare in mare e cercare il mitico tesoro di Gol D. Rogers. Durante il suo cammino troverà molti ostacoli, sconfiggerà nemici (con i quali avrà anche scontri verbali-filosofici) ed amplierà sempre più la sua ciurma; apprenderà cose dai sui viaggi stravaganti che gli permetteranno di circoscrivere sempre di più la zona dove è nascosto il tesoro, fino a comprendere la natura stessa di questo leggendario "One Piece" -inceppando inevitabilmente tra gli oscuri segreti celati dal governo mondiale. E così via... (Non conosco benissimo la trama di One Piece perchè non l'ho seguita per intero, quindi correggetemi se ho detto qualche inesattezza... O meglio, rispondete alla domanda: riconoscete al suo interno lo schema di azione ed apprendimento che muove la storia sopra descritto?). Per quando riguarda il discorso "cambiamento": Rufy, sostanzialmentte, non cambia mai... Piuttosto sono gli altri che, di fronte alla sua determinazione nel realizzare il suo sogno od in relazione al suo concetto puro -di pancia e di cuore- di amicizia, o subiscono una metamorfosi o vengono inevitabilmente sconfitti a gran pedate. Sarà però interessante sapere cosa provocherà in lui lo scontro finale in prossimità del suo obiettivo e la probabile realizzazione dello stesso! Non trovate?
Trattando del corpo narrativo, è importante sapere che una buona storia non si limita e descrivere i processi organici di cui le persone sono protagoniste, ma sono esse stesse dei corpi viventi. Così come il corpo umano è formato da un sistema nervoso, un apparato circolatorio, uno scheletro rivestito a da muscoli e così via, allo stesso modo una sceneggiatura è formata da sottosistemi come la trama, i personaggi, la rete dei simboli, l'argomentazione morale, il dialogo sinfonico, che ne sono cervello, cuore, stomaco... Li esamineremo nei prossimi articoli. Infatti, scommetto che le informazioni qui sopra non riescano nè a farvi capire se una trama è ben fatta, nè a cimentarvi voi stessi a scriverne per sfizio una!
Ora, per quei pochi stronzi che sono riusciti a tirare fino alla fine, ho una domanda: vi nteressa che questa serie di articoli continui? E come?
Unitamente al progetto della nostra Khay (che vi insegna a disegnare i manga), parallelamente potrei -oltre all'insegnarvi ad analizzare una trama- ampliare la cosa insegnandovi come scrivere una sceneggiatura con tanto di esercizi. Esula un po' dal discorso VG da una parte, ma diventa più complementare col progetto di Serial Anime per tutti gli interessati, creando -di fatto- un ponte tra i due siti.
Data che la mole di lavoro sarebbe non indifferente, esprimetevi nei commenti. Come deve campare questa "rubrica"? O di che morte deve morire?
Orignal From:
L'anatomia di una storia -Prologo
Continua...