
Oggi vorrei commentare un articolo pubblicato sull'inserto del Corriere della Sera, Sette (n° 14, 8 Aprile 2010), dall'accattivante titolo "I sogni proibiti degli Italiani? Nei videogiochi". Indovinate? Parla proprio di noi, dei videogiocatori italiani. Ve lo ripropongo per intero:
"Hanno dai 17 ai 30 anni, frequentano poco amici e famiglia e giocano alla guerra per sentirsi onnipotenti. E' il ritratto dei videogiocatori italiani che emerge da un sondaggio condotto in occasione del film Gamer. La pellicola con Gerald Butler è una critica all'alienazione dei social network e alla violenza dei videogame [uhm, qualcuno mi spiega quel è il nesso tra le due cose? Ndr]. Ma proprio la violenza sembra essere l'ingrediente più apprezzato dagli appassionati. Almeno dal 90% degli intervistati, che considera inaccettabile ogni forma di censura [di nuovo, il nesso? Ndr]. Il 74% passa più di tre ore al giorno davanti a Pc e console. E sarebbe disposto a vivere una vita virtuale permanente. Tra questi il 94% lo farebbe per provare con il suo "avatar" le cose che sono proibite o che non ha il coraggio di fare nella realtà. I titoli da vivere in prima persona? Il 30% degli intervistati vorrebbe diventare il protagonista del gioco di guerra Call of Duty."
Ora, tralasciando il fatto che non viene indicato né chi ha condotto il sondaggio né quanta gente è stata intervistata, se i dati sono effettivamente corretti la cosa è davvero inquietante.
Ignoriamo pure la solita immagine del videogiocatore agorafobico e sociopatico; concentriamoci invece sul resto.
Davvero così tanta gente vorrebbe vivere una vita virtuale permanente? C'è davvero gente disposta a passare l'intera esistenza su Tallon IV, nel Regno dei Funghi o a Kirbyland? Wow, gente, voi sì che avete problemi seri.
Quello che però trovo agghiacciante è che il 30% degli intervistati vorrebbe essere il protagonista di Call of Duty. Avete presente, quel gioco dove si va in guerra. E si fa saltare in aria una quantità spropositata di gente, così, per divertimento. Proprio un giochino a modo, oserei dire.
Il punto sta nel sapere dov'è il limite, quella sottile linea di confine che i videogiochi farebbero meglio a non valicare. Rapelay non va bene, no no. Ma davvero far finta di stuprare una donnina è molto peggio di far finta di ammazzare un tizio? Uhm...
E se proprio il giocatore fa fatica ad immedesimarsi in uno spietato assassino, ci pensa la grafica iperrealista a calarlo nell'atmosfera: altro che schifosi alieni bavosi, meglio un ometto che potrebbe avere le stesse fattezze del vicino di casa.
Addirittura si possono rivivere le emozioni della II Guerra Mondiale, un evento epocale ridotto a mero passatempo per qualche pischello annoiato, desideroso di sentirsi eroe per un giorno.
Questione di gusti, diranno alcuni. Questione di buon gusto, dico io.
secondo il mio punto di vista non dicendo chi ha fatto l'indagine e su quante persone e la precisa età media su cui è stato condotto tale sondaggio è del tutto irrilevante il dato che hanno scritto...
RispondiEliminaoltretutto hanno dimenticato una cosa FONDAMENTALE, ovvero, quante di queste persone capiscono che quello è un gioco e nulla li dentro è reale? quante di queste persone hanno 15 anni e dicono cose che nemmeno pensano o le dicono giusto per farsi grandi?
ma soprattutto chi ha detto tutte quelle cavolate? perchè se prendiamo un videogiocatore incallito non arriverà mai (eccetto casi particolari in cui non distingue più la differenza tra realtà e finzione) a dire che passerebbe la sua vita in una realtà virtuale! ma questo proprio per un bisogno fisico di allontanarsi da tale cosa, perchè continuano a sparare queste boiate sui videogiochi?
Secondo me il dato in cui emerge che 1 persona su 3 vorrebbe essere il protagonista di CoD è una puttanata colossale!
RispondiEliminaI casi sono due:
1 Il dato è inventato!
2 L'intervistatore ha fatto una domanda ambigua o poco chiara. Ad esempio, chiedere: "Quanta gente hai ammazzato nei videogiochi?" è una di queste.
Ennesimo tentativo di demonizzare i giochi.
Ora so cosa scrivere sul prossimo articolo! :D
chiediamo anche noi quanta gente si ammazza su cod? XD
RispondiEliminaIn effetti il fatto che non abbiano indicato informazioni basilari come numero di intervistati, età dei suddetti, luogo geografico ecc. mi dà molto da pensare. Manderò una mail e vediamo che rispondono...
RispondiEliminaIn realtà, su Cod non ammazzi nessuno!
RispondiEliminaIn un videogioco non uccidi nessuno, e simulare virtualmente l'azione non ti rende moralmente responsabile della suddetta!
Dire: "ne ho uccisi un botto!" non significa -come potrebbe scrivere un giornalista: "dicono di aver compiuto stermini di massa senza l'ombra di una rimorso o di un sentimento di disgusto!"
I giornalisti fanno questi giochini, ed ogni tanto deformano la realtà per fare sensazionalismo.
Guardatevi i video di Federica, "Game is Bad"... direi che sono illuminanti riguardo alla serietà ed all'onestà delle indagini giornalistiche quando decidono di toccare l'argomento VG (anche se su una cosa la penso un attimino diversamente da lei)
personalmente quando fanno queste interviste o questi "sondaggi" trattano un argomento a loro totalmente sconosciuto senza interpellare nessun addetto al settore o comunque nessun tipo di "esperto" vero e proprio...
RispondiEliminaTutto questo fa si che ciò che viene detto risulta essere assolutamente SENZA fondamento ed è una cosa ridicola quando viene fatta da un giornalista
Per me per questi sondaggi hanno fatto apposta a scegliere individui strani....perke tutti vogliono mettere in cattiva luce i VG?
RispondiEliminaa causa dell'ignoranza!
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