
Articolo di - TheEconomist -
Più che spirito della convenienza sarebbe più corretto parlare di fantasma , un' essenza maligna che ci deride dietro ogni articolo acquistato in suo nome , in nome di quel risparmio o vantaggio che bramiamo .
E' infatti il pensiero , e oserei " istinto ", generatore di tutte le tecniche di marketing , dal 2x1 ai semplici sconti primaverili .
Chi non sognerebbe un alleggerimento del conto da pagare per un qualsiasi oggetto , sia necessario o di lusso ?
I giochi non fanno esattamente parte del primo insieme , anche se oggi giorno il diritto al gioco , e possibilmente video-gioco , si sta trasformando sempre più in una necessità .
Si possono porre , infatti , a metà tra il necessario e l'ausiliario , in un campo che può essere propriamente definito come " ludico ", ma comunque un mercato a tutti gli effetti .
Mi sembrava doverosa questa introduzione , che non posso di certo considerare breve , per mettere al corrente i meno ferrati nella materia che di mercato stiamo parlando . Un mercato , dove è quindi presente domanda e offerta . Domanda noi . Offerta loro ( i rivenditori ).
Cosa consideriamo conveniente noi , dal lato della domanda ?
Uno sconto sul nostro gioco preferito , le numerose offerte sui giochi della casa produttrice che più amiamo , comprese le pesanti custodie metalliche contenenti tutto quel titolo che abbiamo adorato ma che sfortunatamente abbiamo venduto .
Siamo arrivati al punto !
Alla famosa vendita , una consuetudine sempre più praticata di questi tempi . I giochi si acquistano , si giocano , si apprezzano e poi si lasciano invecchiare nella speranza che torni quella fiammella di interesse .
Per chi risulta conveniente l' alienazione di un gioco usato ?
Non di certo per i consumatori , che vedono nella vendita una perdita , piuttosto che un guadagno . E di certo neppure per le case di produzione e distribuzione .
Per chi quindi ?
Sono sicuro che alcuni nomi vi sono già balenati in testa , e posso scommettere che uno di questi è lo stesso che è balenato in testa a me . Sono proprio i rivenditori , quelle catene di distribuzione che comprano i giochi a pochissimo , a volte pochi euro , e li rivendono con un guadagno spropositato .
E' giusto , quindi , comprare e vendere giochi usati ?
A mio avviso no .
Il campo ludico non è un campo come quello automobilistico in cui può esistere un usato . Si pensi solo al mercato automobilistico . Un' automobile , anche se usata , può essere rivenduta un paio di volte , prima di diventare obsoleta o del tutto inutilizzabile .
Ma un videogioco è tutto un altro discorso !
Un videogioco può essere venduto e rivenduto per svariate volte , anche forse una decina , passando di mano in mano , di console in console , di serialplayer in serialplayer .
Nessuno si interessa mai a una versione che gli esperti del settore economico chiamano " Macroeconomia ". La macroeconomia è lo studio dei fenomeni economici uscendo dal semplice concetto di domanda e offerta ma studiando tutti i retroscena , se li vogliamo chiamare così , del fenomeno . Di questo passaggio di videogiochi ci perdono soprattutto le case di distribuzione . Infatti un gioco che potrebbe essere venduto dalla stessa una decina di volte , ecco che viene venduto una volta sola , ma compie nove passaggi aggiuntivi tra giocatore a giocatore . E quindi per non avere perdite , ecco che il prezzo deve leggermente lievitare nel tempo .
Alla fine , serialplayer , avete racimolato pochi euro , avete dato da mangiare ad individui di dubbia legalità e siete una delle causa dell' aumento continuo dei prezzi dei videogiochi .
Dopo tutto , conviene vendere il vostro Assassin's Creed per ricevere meno di quanto potrebbe realmente valere e causare danni aggiuntivi a quello che tanto vi piace , i videogiochi ?
Orignal From: Lo spirito della convenienza .
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